Vincitori della Prima edizione del Premio CASSINO OFF per il Teatro Civile

vincono la compagnia Instabili Vaganti (Teatri di vita)

Vincenzo Manna (Teatri di guerra)

e Ulderico Pesce (premio alla carriera)

Il Premio CassinoOFF per l’impegno civile nelle arti sceniche, alla sua prima edizione, è stato assegnato allo spettacolo Made in Ilva della compagnia bolognese Instabili Vaganti (per la sezione Teatri di vita) e al testo Cani del drammaturgo romano Vincenzo Manna (per la sezione Teatri di guerra). Vince il Premio alla carriera Ulderico Pesce. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 5 luglio, ore 17, presso la Sala Restagno del Comune di Cassino (Fr), alla presenza degli artisti.

Il Premio è promosso dall’associazione CittàCultura di Cassino in collaborazione con la Compagnia Errare Persona. Rivolto alle compagnie teatrali e ai drammaturghi contemporanei, nasce per sostenere e promuovere i progetti e gli artisti che affrontano, con coraggio e poesia, tematiche “scomode”, dalla mafia al precariato, dall’ambiente alla corruzione, o raccontano storie di vite difficili legate a guerre, emigrazioni, ingiustizie del presente e storie di persone o popoli che lottano contro i regimi nel nome della libertà. La giuria presieduta da Francesca De Sanctis (l’Unità) è composta da Tommaso Chimenti (Il Fatto Quotidiano), Graziano Graziani (Quaderni del Teatro di Roma), Simone Nebbia (Teatro e Critica), Paola Polidoro (Il Messaggero), Damiana Leone (Compagnia Errare Persona), Elisabetta Magnani (Associazione CittàCultura).

Il lavoro della giuria è stato coadiuvato da un apposito comitato di lettura formato da professionisti del teatro e studiosi (Alessandro Calabrese, Valentina Giannicchi, Angelica Pedatella, Ambra Postigline, Annalisa Siciliano) che ha letto, analizzato, visionato e discusso i numerosi materiali pervenuti.

Lo spettacolo Made in Ilva è stato premiato “per aver raccontato una drammatica storia italiana, quella dell’Ilva di Taranto, ricostruendola sulla base delle testimonianze raccolte sul territorio, utilizzando un linguaggio teatrale contemporaneo e di forte impatto emotivo, dove spesso il corpo diventa la voce principale che grida al mondo quanto può essere duro, alienante, disumano, perfino letale il lavoro in fabbrica ancora oggi”.
Lo spettacolo trae ispirazione dal diario di un operaio dell’Ilva di Taranto, l’acciaieria tristemente nota per il disastro ecologico di cui è causa. L’attore spinge il suo corpo al massimo, compiendo azioni acrobatiche e ripetitive all’interno di strutture metalliche, interagendo continuamente con video proiezioni, musica dal vivo, suoni che diventano ritmi ossessivi, e una voce femminile che gli ordina “Lavora! Produci! Agisci! Crea!”. Un dramma in cui si esprime il desiderio di scappare d in alla gabbia generata dalla società capitalistica frenato dalla necessità di continuare a lavorare per sopravvivere. Lo spettacolo sarà ospite del Festival CassinoOff nel 2015.

Il testo Cani, invece, è stato premiato “per aver affrontato in maniera efficace e con stile incisivo ed essenziale il tema dell’abbrutimento, dell’alienazione, della perdita della personalità e del senso di umanità in condizioni di guerra; e per averci parlato in modo poetico ma estramente coraggioso e schietto del difficile rapporto che si instaura fra il carnefice e la sua vittima “.

Cani è la storia di due soldati che prestano servizio in una postazione di alta montagna. A pochi mesi dalla fine della leva, uno dei due, K., si imbatte in un uomo, è convinto che sia una spia e lo imprigiona. Subito dopo, anche una ragazzina raggiunge la postazione, dice di essere la figlia dell’uomo e che suo padre è solamente un pastore. K. non le crede e imprigiona anche lei. Il commilitone suggerisce di recarsi nel paese più vicino per denunciare l’accaduto, ma K.si oppone. Quando il compagno prova ad andare da solo, K. lo uccide. Nel frattempo l’uomo imprigionato muore di fame. K. rimane solo con la ragazzina. La interroga, la minaccia, abusa di lei. Un mattino la lascia andare. La leva finisce, K. può tornare a casa ma, ormai, è tardi: la sua ragione ha ceduto, la sua identità è diventata tutt’uno con le ombre e gli echi della natura maestosa che lo circonda.

L’autore, Vincenzo Manna, riceverà 300 euro come contributo per l’allestimento o la distribuzione dello spettacolo.

Il premio alla carriera, infine, è stato assegnato all’artista lucano Ulderico Pesceper la passione, la forza, il coraggio, la caparbietà con la quale in questi anni, attraversando l’Italia dal Nord al Sud, ha continuato a raccontare in maniera documentata e nello stesso tempo poetica storie e piaghe del nostro Paese: dal pericolo delle scorie nucleari al traffico illecito de rifiuti, dai lavoratori clandestini all’amianto, dalle morti misteriose ai grandi personaggi del nostro passato recente, attraverso un teatro che è non è solo di denuncia ma che diventa strumento privilegato per provare a cambiare il mondo”.

All’artista verrà consegnata un’opera d’arte donata dal Museo di arte contemproanea di Cassino (Camusac).

Info: http://www.facebook.com/citta.cultura

http://www.errarepersona.it.

cittacultura@libero.it

“Ero ancora viva ma la mia anima era morta per sempre”

Testimonianza di una Marocchinata
“La battaglia infuriava, rimanere significava morire. A piccoli gruppi ci inoltrammo sui monti, ma tutti i rifugi erano già occupati, allola decidemmo di andare verso Vallecorsa e poi Lenola. Il passo era svelto, stava per imbrunire, volevamo arrivare al paese di Vallecorsa prima del buio. Ci trovavamo in zona Cimotte quando arrivò il buio, accellerammo il passo,ma la fame e la sete erano tante, le forze venivano sempre meno e i più deboli come me rimasero indietro. Ad un certo punto cominciammo a sentire strane grida, alzai gli occhi e guardai verso quelle voci incomprensibili: erano gli alleati, erano migliaia anche loro in fila indiana, erano ormai solo a qualche centinaio di metri da me. Mi fermai, presi respiro, alzai gli occhi al cielo e dissi: finalmente! Ma non feci in temo a rendermi conto di nulla; all’improvviso fui circondata da quei musi neri, alcuni avevano l’anello, vestiti a strisce, mi resi conto che qualche cosa di brutto stava per accadere. Mi alzai di scatto e con tutte le mie forze cercai di correre tra quelle brutte pietre. Non mi fecero fare neanche 10 passi, mi presero e cominciarono a spogliarmi, io provai a gridare, ma uno di loro mi avvolse il viso con uno di quegli stracci che avevano addosso, mi buttarono per terra cominciarono a schiaffeggiarmi. Mi violentarono. Sentivo le loro risate, sentivo la loro puzza, sentivo dolore. Poi arrivò il buio, ma la violenza continuava. Speravo di morire presto, ma sentivo dolore tanto dolore. Per tutta la notte continuarono a violentarmi. Ricordo che ogni tanto svenivo, la mia speranza era quella di non svegliarmi più, ma ognuno di loro, dopo avermi fatto violenza mi graffiava, mi schiaffeggiava, quasi fosse un rito, e purtroppo spesso quegli schiaffi mi risvegliavano. Volevo morire, ma questa maledetta morte non arrivava mai. Ogni ora che passava almeno 20 di loro abusavano del mio misero corpo- o di quello che ne era rimasto. Era di maggio. L’alba arrivò presto, mi svegliai con tanto freddo addosso , non c’era più puzza di quelle belve, mi resi subito conto che non era stato un brutto sogno, ero ancora viva, ma la mia anima era morta per sempre, il mio viso era così gonfio che gli occhi facevano fatica ad aprirsi.
La morte non è nulla figlio mio, credimi la morte non è nulla.”
Questo è il racconto di CATERINA ( chiaramente il nome non è quello vero). Quando conosci queste cose non è poi difficile commuoversi. Tutto questo mi è stato raccontato in dialetto da “Caterina” nel 2004 a Castro de Volsci. Ora Caterina ha trovato quella pace che tanto cercava.

Testimonianza di una Donna Marocchinata nel 1944 raccolta da E. De Giuli

Celebrazione per il 50° Anniversario del Monumento alla Mamma Ciociara

Nel 1964, a Castro De Volsci (FR), venne inaugurato un importante monumento intitolato alla “Mamma Ciociara”; il 7 giugno 2014 ricorrerà l’anniversario di quell’inaugurazione che verrà celebrato con una giornata di eventi.

Il monumento, che domina tutta la valle con la sua poesia, venne eretto in memoria delle donne violentate nel ’44, durante il Secondo conflitto Mondiale. Per la composizione della scultura ci si ispirò alla storia vera di Margherita, una donna del paese che protesse le sue figlie fino alla morte.

 

LA GUERRA al Festival di Teatro Civile CASSINO OFF

FESTIVAL CASSINO OFF edizione 2014  a Cassino (FR)

La giornata di giovedì 22 maggio sarà tutta dedicata alla guerra.
Si comincia alle 16 con i bambini del Primo Istituto comprensivo che racconteranno la guerra negli spazi del Camusac attraverso l’esposizione dei loro lavori frutto del laboratorio artistico condotto da Marta Fiscelli.

– A seguire,ore 18, sempre negli spazi del Camusac, si parlerà ancora di guerra e in particolare di Cassino, quella di ieri ma anche di oggi, nello spettacolo scritto e diretto da Elisabetta Magnani “La conca d’oro
Interpreti: Cettina Iossi e Mariella Capraro
Voci narranti: Elisabetta Magnani e Luca Mauceri
Musiche dal vivo di Luca Mauceri
Danzatrice: Caterina Tomasso
Testi liberamente tratti dal libro di Tancredi Grossi “Il Calvario di Cassino” e dal video di Simona Tortolano “Rosa e Cassino”

– In serata (ore 21 AULA PACIS) andrà in scena, invece, lo spettacolo della compagnia Errare Persona, “Ninetta e le altre. Le marocchinate del ‘44”, scritto e diretto da Damiana Leone, in scena con Anna Manganelli e Francesca Reina.
Lo spettacolo è parte del più ampio progetto “Racconta la guerra” e ci racconta delle migliaia di donne violentate nel ’44 dalle truppe coloniali francesi e in generale di tutte le donne vittime degli stupri di guerra.

NINETTA E LE ALTRE-LE MAROCCHINATE DEL ’44 in scena al Festival di Teatro Civile Cassino OFF

Il 22 Maggio 2014 alle 21.oo presso l’Aula Pacis di Cassino (FR), all’interno del Festival di Teatro Civile CASSINO OFF, andremo in scena con lo spettacolo NINETTA E LE ALTRE. Un evento importante, che si colloca in una intera giornata dedicata alla GUERRA, in occasione delle commemorazioni internazionali che stanno vedendo Cassino come protagonista. Francesca De Sanctis, direttrice artistica del Festival, ha dunque deciso di dedicare un Focus teatrale alla guerra che però raccontasse il dramma infinito dei civili della Linea Gustav. Quindi lo spettacolo rappresenta un importante momento di riflessione e commemorazione di quello che è stato il più grande stupro di massa della Storia d’Italia.

COMMEMORAZIONE PER IL 70° ANNIVERSARIO DEGLI STUPRI DI GUERRA DEL ’44 – Ricordando le Marocchinate

 

Sabato 17 maggio 2014 alle ore 10.00 presso il salone dell’Amministrazione Provinciale
Il mese di maggio per l’intera provincia di Frosinone sarà un momento importante di ricordi e commemorazioni di guerra, per quello che è stato il territorio più devastato del Secondo Conflitto, ma è nostro intento porre l’attenzione sulle vicende drammatiche vissute dai civili, e in particolare sulle donne stuprate, tristemente dette Marocchinate. Sottolineammo che quello stupro è il più grande stupro di massa della storia d’Italia, fino ad ora ancora poco conosciuto e mai riconosciuto ufficialmente dalle autorità come stupro di guerra.
Pertanto all’interno di un ricco calendario di eventi legati soprattutto alla storia militare, la triste vicenda delle Marocchinate, rischia per l’ennesima volta di avere pochissima visibilità o di essere strumentalizzata o non raccontata adeguatamente, sarà infatti ricordata solo in alcuni comuni, continuando quindi a rimanere un ricordo esclusivo di poche persone. Il nostro intento è invece quello di creare una Commemorazione che abbia valenza provinciale e che possa coinvolgere tutti i Comuni e la cittadinanza dell’intera provincia di Frosinone, per dare la giusta visibilità anche nazionale a questa importante tragedia della nostra storia.
Per questo Il Tavolo di Progettazione Provinciale per il di Patto di Solidarieta’ sociale con Giuseppina Bonaviri Presidente e la Compagnia Errare Persona rappresentata dalla regista e attrice Damiana Leone per il progetto “Racconta la Guerra”, hanno deciso di realizzare un evento dal titolo:
Le donne si raccontano, II Conferenza Tematica – Per non dimenticare “le donne ciociare e le marocchinate nel 70° anniversario della II guerra mondiale”
Che si terrà sabato 17 maggio 2014 alle ore 10.00 presso il Salone dell’Amministrazione Provinciale
Scopo dell’evento è unire in un unico “abbraccio” istituzioni, testimoni e società civile per commemorare il triste anniversario.
Realizzare la Commemorazione presso il palazzo della provincia di Frosinone, permetterà all’evento di avere la giusta importanza e di poter avere una valenza più ampia. Inoltre darà modo di creare un dialogo tra testimoni e popolazione che fino ad ora non è mai stato realizzato ad livello così ampio.
La giornata di commemorazione sarà strutturata nel seguente modo:
Saluti istituzionali:
Giuseppe Patrizi Commissario Straordinario Provincia di Frosinone
Fiorenza Tarricone Università di Cassino e Lazio Meridionale – Consigliera di parità Provincia di Frosinone
estratto dello spettacolo “Ninetta e le altre – Le marocchinate del ‘44”, della Compagnia Errare Persona con Damiana Leone, Anna Mingarelli, Francesca Reina.
Interventi:
– Elisa Celli: “Gli stupri di guerra del 1944. Le testimonianze, i documenti e la ricerca”
– Damiana Leone: “Parlare delle marocchinate attraverso l’arte”
– Testimonianze dai Comuni di:
Amaseno, Cassino, Castelnuovo Parano, Castro dei Volsci, Ceccano, Cervaro, Coreno Ausonio, Pico, Pofi, Vallecorsa,
Modera: Giuseppina Bonaviri
Nella commemorazione verrà esposto il progetto “Racconta la Guerra” (www.raccontalaguerra.wordpress.com), progetto di teatro civile avanti dalla compagnia Errare Persona, che dal 2010 promuove lo studio e la diffusione delle testimonianze riguardo gli stupri di guerra del ’44, legando la storia orale al teatro. Il progetto, che avrà la collaborazione dello storico Tommaso Baris, dell’Archivio di Stato di Frosinone, della cooperativa “Creattive” e dell’Associazione “Donne dal Fronte”, prevede la commemorazione presso il Palazzo della Provincia di Frosinone, vari incontri spettacolo sul territorio e a livello nazionale, laboratori, Il progetto è il più grande progetto sullo stupro di guerra mai realizzato.
Sottolineiamo l’unicità sia del progetto che di una commemorazione ufficiale che coinvolga tutta la provincia.
La commemorazione presso il palazzo della provincia ha lo scopo di raccogliere tutta la cittadinanza alla propria storia anche se fortemente drammatica, e di sensibilizzare al problema della violenza sulle donne.

Ancora in scena “Ninetta e le Altre- Le Marocchinate del ’44”

In occasione del 70ennale della Liberazione di Coreno Ausonio (FR)
L’amministrazione Comunale di Coreno Ausonio e il Comitato per le Celebrazioni del Settantennale della Liberazione danno il via ad un ricco calendario di eventi con il patrocinio della Regione Lazio e del Consiglio Regionale: si inizia il giorno 14 alle ore 17:00 presso l’aula consiliare, con l’inaugurazione della Mostra di reperti bellici e la proiezione di documentari storici e interviste a testimoni che hanno vissuto sulla propria pelle quei tragici avvenimenti. A seguire venerdì 16 maggio alle ore 21:00, presso la Sala parrocchiale, ci sarà lo spettacolo teatrale “Ninetta e le altre” a cura della compagnia “Errare Persona”. Lo spettacolo è il frutto di una accurata ricerca che la regista e attrice Damiana Leone ha effettuato nel corso degli anni. Ne è venuto fuori un progetto di portata internazionale che verrà portato avanti per far riconoscere gli stupri perpetrati nel ’44 le “famose marocchinate”, come il più tragico avvenimento italiano di violenza di massa contro le donne.

foto: Gioia Onorati

NINETTA E LE ALTRE-LE MAROCCHINATE DEL ’44 in scena a Formia

Teatri Riuniti del golfo|| Ipab SS. Annunziata||Fondazione Alzaia

Ninetta e le altre, le marocchinate del 1944

11 Maggio ore 18:00
Teatro Remigio Paone

Via Sarinola, Formia
Ingresso libero

Compagnia Errare Persona
Scritto e diretto da Damiana Leone
Con Damiana Leone, Anna Mingarelli e Francesca Reina
Disegno Luci Alessandro Calabrese
Tecnico Luci e Suoni Matteo Paniccia

Foto Gioia Onorati
Costumi Errare Persona

“Per non dimenticare e parlare di donne innocenti dimenticate, vittime di guerre a volte anch’esse dimenticate, iniziamo a riparlare di noi perché la Storia si ripete troppo spesso anche nel civilissimo occidente. La guerra la fanno sempre gli uomini ma le donne sono costrette a subirla”.

Commemorazione per il 70° Anniversario degli Stupri di Guerra del ’44

per Ricordare le Marocchinate

cropped-damiana-leone.jpg
Dopo sett’anni dal più grande Stupro di Massa della Storia D’Italia, istituzioni, testimoni, vecchie e giovani generazioni, si ritrovano per raccontare un grande dolore, ancora molto vivo nel territorio, e per Commemorare migliaia di donne, bambini e uomini vittime innocenti della guerra.

L’evento ha una grande portata storica poiché non era mai stata realizzata una Commemorazione Ufficiale per le Marocchinate del ’44 che coinvolgesse quasi l’Intera provincia di Frosinone, che maggiormente ne fu colpita.

Di seguito riportiamo il programma:
TAVOLO DI PROGETTAZIONE PROVINCIALE
PATTO DI SOLIDARIETA’ SOCIALE
Presidente Giuseppina Bonaviri

In collaborazione con Compagnia ERRARE PERSONA
Per il progetto “Racconta la Guerra”

LE DONNE SI RACCONTANO
II^ Conferenza Tematica

PER NON DIMENTICARE
“Le donne ciociare e le marocchinate nel 70° anniversario della II^ Guerra Mondiale”

Sabato 17 maggio 2014
Ore 10.00
Salone Amministrazione Provinciale

Frosinone

Saluti istituzionali:
Giuseppe Patrizi Commissario Straordinario Provincia di Frosinone
Fiorenza Tarricone Università di Cassino e Lazio Meridionale – Consigliera di parità Provincia di Frosinone

estratto dello spettacolo “Ninetta e le altre – Le marocchinate del 1944”, della Compagnia Errare Persona con Damiana Leone, Anna Mingarelli, Francesca Reina.

Interventi:
– Elisa Celli: “Gli stupri di guerra del 1944. Le testimonianze, i documenti e la ricerca”
– Damiana Leone: “Parlare delle marocchinate attraverso l’arte”
Testimonianze dai Comuni di:
Amaseno, Cassino, Castelnuovo Parano, Castro dei Volsci, Ceccano, Cervaro, Coreno Ausonio, Pico, Pofi, Vallecorsa,

Modera: Giuseppina Bonaviri

Esposizione della mostra “E’ il mio corpo il paese più straziato”, documenti originali delle denunce sulle Marocchinate a cura di Damiana Leone ed Elisa Celli, dell’archivio di Stato di Frosinone e con il contributo dello storico Tommaso Baris, Docente dell’Università di Palermo.

TRA DUE FUOCHI. Esperienza e memoria della guerra lungo la Linea Gustav

Libro dello storico Tommaso Baris (Università di Palermo), edito da Laterza (2004)

Eccezionale lavoro di ricerca, indispensabile per comprendere cosa sia stato il dramma delle Marocchinate e della popolazione del Lazio Meridionale.

“Stragi di civili inermi, eccidi, brutalità: quanto è accaduto tra gli abitanti e gli eserciti di occupazione che si sono susseguiti nella provicia di Frosinone ha toccato un tale livello di violenza da rendere unica l’esperienza della popolazione. Al centro dell’indagine è la percezione del conflitto, incredibilmente rimossa da parte degli abitanti. Baris ricostruisce gli avvenimenti, i racconti, i ricordi, alla ricerca del perchè continui a essere assente la memoria pubblica, perchè la guerra sia considerata ancora un evento drammatico ma inevitabile e permanga l’incapacità di cogliere la violenza pur conservandone il ricordo”.

di seguito riportiamo anche una recensione di Aurelio Lepre (Corriere della sera):

Un’ inchiesta di Tommaso Baris sulla memoria della guerra lungo la linea Gustav si sofferma anche sugli stupri compiuti dai marocchini

Non tutte le comunità riescono a elaborare una memoria collettiva degli avvenimenti storici che hanno vissuto, perché essa non è la somma dei ricordi individuali ma è opera di uno o più gruppi d’ intellettuali (nel senso gramsciano della parola) che si rendono interpreti dell’ intera comunità (o si arrogano il diritto di esserlo). E può avvenire che la memoria collettiva sia soltanto presunta, perché importata dall’ esterno e imposta alla comunità attraverso la scuola o i media. Per questi motivi è compito degli storici compiere un’ analisi critica di una «memoria», che, come rileva Giovanni Sabbatucci nella prefazione a un bel libro di un giovane studioso, Tommaso Baris (Tra due fuochi. Esperienza e memoria della guerra lungo la linea Gustav, Laterza, pp. 235, 22), «ha assunto un significato implicitamente positivo, quasi sacrale» e «troppo spesso è stata usata come sinonimo di “storia”, o meglio di “ricostruzione storica”». Concordo in pieno con Sabbatucci sul fatto che per lo storico non deve esistere una memoria al singolare da tramandare (per quanto sacra possa apparire), ma tante memorie da ricostruire, sia che appartengano ai vincitori sia che appartengano ai vinti, ai buoni o ai cattivi. Non è una cosa facile, a causa dell’ ideologizzazione della politica che ha portato spesso alla politicizzazione della storia (un peccato di cui un po’ tutti noi storici della vecchia generazione dobbiamo fare ammenda). Tommaso Baris è molto giovane e questa, forse, è una delle ragioni che rendono convincente la ricostruzione delle memorie attraverso le quali si è tramandato il ricordo della guerra nel Lazio meridionale, una zona attraversata dalla linea del fronte chiamata Gustav, e dove gli abitanti si trovarono, come dice il titolo, tra due fuochi, dei tedeschi e degli angloamericani. Oltre a quelle individuali, le comunità conservano una doppia memoria di quegli avvenimenti: da alcuni i tedeschi sono ricordati come assassini e razziatori, mentre altri ne conservano una memoria diversa, che può essere esemplificata con una frase detta da uno degli abitanti del luogo: «Io però tra l’ occupazione tedesca e quella inglese ricordo meglio l’ occupazione tedesca perché se un poveraccio chiedeva un pezzo di pane ai tedeschi quelli glielo davano, gli inglesi no». Baris analizza con finezza le motivazioni dei differenti giudizi che vengono pronunciati, senza preoccuparsi del «politicamente corretto» e senza forzare le interviste con domande che presuppongono già la risposta, come accade purtroppo talvolta agli studiosi che si servono soltanto della «storia orale». Baris invece la intreccia molto opportunamente con la documentazione trovata negli archivi. La scelta della zona da studiare ha portato Baris a ricostruire uno degli episodi più drammatici della guerra combattuta in Italia: gli stupri effettuati dai soldati marocchini che combattevano nell’ esercito francese. Alberto Moravia non si era fatto alcuno scrupolo nel raccontarlo nella Ciociara, ma gli storici si sono mostrati a questo riguardo stranamente timidi, forse proprio per la positività e la sacralità attribuite alla memoria. Ricordare quegli stupri potrebbe, infatti, sembrare razzista. Ma ricostruire le memorie non significa condividerle. Se le stragi del passato, da chiunque siano state compiute, verranno ancora ricordate per demonizzare e maledire, non si farà che gettare i semi di nuove, future stragi, in un terreno che appare ancora pronto ad accoglierli. Bisognerebbe partire da una frase detta da una donna del luogo: «Io aggio (ho) perdonato tutti. Non ce la tengo con nisciuno. Quanno vennono gli marocchi’ a bussà a casa per vendermi la robba gli compro pure quacchecosa. Ma quella di allora fuiette na cosa mai vista, quello che facettero alle donne…come le bestie…». Non dobbiamo assolutizzare il Male storico, ma riportarlo sempre ai tempi e ai luoghi in cui si è manifestato. Soltanto la sua storicizzazione può evitare che la memoria sia causa della perpetuazione dell’odio.